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Perché per il successo aziendale è fondamentale il Business Design?

Affideresti i tuoi investimenti a un consulente finanziario che dice solo di avere "una buona idea" su come farli fruttare? Lasceresti costruire la nuova casa per la tua famiglia a un architetto che come progetto ti mostra un misero scarabocchio?

Ovviamente no.

Eppure, nella dimensione aziendale, per qualche strana ragione non sempre viene applicata la stessa evidente logica.

Il Business Design si occupa di Disegnare e costruire professionalmente ed efficacemente un Modello di Business che funzioni, che sia solido e che ottenga più facilmente i risultati previsti, oltre a esprimere quel giusto grado di innovazione tale da renderlo, da un lato, potentemente differenziante per l'azienda rispetto ai suoi competitor, e dall'altro, sufficientemente attraente e comprensibile per il segmento dei clienti a cui si rivolge.

Il processo del Business Design, costituito da decine di modelli etoolspossibili, solitamente include 3 punti-chiave, che spesso si manifestano come fasi ricorsive e circolari: Ideazione – Progettazione – Verifica.

 

Vediamole in dettaglio:

Ideare / Immaginare Immagina una casa, un'automobile o un'opera d'arte. Tutto ciò che esiste e vedi nel mondo intorno a te, realizzato dall'essere umano, è stato prima pensato, immaginato, ideato da qualcuno. Senza questa fase fondamentale non è ipotizzabile la produzione di risposte e soluzioni che non siano stereotipizzazioni o ripetizioni di altro. In questa fase applichiamo tutta una serie di tecniche per liberare il potenziale immaginativo di un Team Strategico, e traghettarlo verso la fase successiva.Progettare / Prototipare
Qui facciamo sviluppare ulteriormente l'idea iniziale, iniziando contemporaneamente a dargli una struttura solida e ancorata alla realtà: il Business Model Canvas è attualmente uno dei migliori strumenti per questo scopo. Di seguito proseguiamo facendo disegnare uno o più veri prototipi da far confluire nel passaggio successivo.
Definire / Verificare / Testare
Da questo momento in poi il progetto viene definito in dettaglio e testato sul mercato o in un "ambiente controllato", per limare alcuni aspetti critici o procedere a un re-design maggiormente efficace (eventualmente ritornando alla prima fase ad un livello superiore), prima di procedere alla realizzazione definitiva e/o alla produzione in serie.

Se questo processo di Ideazione – Progettazione – Verifica/Testing e realizzazione sembra dunque essere evidente e quasi scontato per la maggior parte dei prodotti, degli oggetti e delle strutture fisiche esistenti (come ad esempio un ponte, un capannone industriale o uno smartphone), stranamente non lo è per molti beni immateriali, servizi o processi di innovazione – che siano di prodotto, di "significato" o di modello di business.

Per qualche strana ragione,i modelli e le architetture strutturali che stanno dietro (e dentro) un'azienda, un'area di business o una rete d'imprese, e che ne dovrebbero costituire il tratto differenziante sul mercato,sono lasciati spesso alla singola idea brillante, all'intuizione o ad alcune "abitudini" procedurali ("Si è sempre fatto così", "L'ha deciso la Direzione", ecc. ecc).

Il rischio fondamentale è quello disottovalutare e lasciare indietro unasset strategico, il design di un modello di business, di un prodotto, di un servizio o di un rinnovamento aziendale, o una ristrutturazione strategica che, per un'organizzazione aziendale già strutturata, può concretamente fare la differenza in termini di successo,revenues, riduzione di costi, risultati commerciali e operativi, risposte a una situazione economica di crisi come quella attuale.

Ovviamente il Business Design ben sviluppato e implementato riesce a massimizzare gli investimenti e ridurre rischi ed errori anche rispetto al lancio operativo di new business, così come nel business development in generale.

Anche se è vero che diverse Multinazionali e Grandi Aziende includono strategicamente e sistematicamente il Business Design nei propri processi, non sempre ciò avviene per tutte le realtà aziendali.

Questo è un fattore critico per le PMI che, com'è noto, formano la stragrande maggioranza del tessuto produttivo italiano. Nate spesso da un'idea o felice intuizione di un imprenditore che, con coraggio e determinazione, è riuscito a costruire un'impresa di successo, in una situazione di difficoltà rischiano di non riuscire a sopravvivere anche per via di una non sviluppata abilità di (re)innovazione e cambiamento.

Con la crisi economica che morde e tocca ogni settore, come può un imprenditore massimizzare le possibilità di successo?Come può riuscire un'azienda, italiana o meno e di qualsiasi dimensione, a prosperare o anche solo a sopravvivere?

Naturalmente sviluppando e integrando al suo interno la capacità strategica e basilare di produrre in sinergia idee e soluzioni e di saperle trasformare in progetti concreti e realizzabili ad alto potenziale ed impatto.

E se il termine "sopravvivenza" ti sembra eccessivo ... prova a osservare qual è lo scopo aziendale della Toyota: "Sopravvivere a lungo termine come organizzazione migliorando ed evolvendo il modo in cui facciamo i buoni prodotti per i nostri clienti".

Non a caso, Toyota è da sempre esempio concreto e modello di Business Design integrato a livello di cultura aziendale: basti pensare a concetti come Kaizen, Just-In-Time, Obeya Room o lo stesso Lean Thinking che sono nati e si sono sviluppati al suo interno, oppure a seguito di studio, analisi e sviluppo del suo modello di crescita e gestione aziendale.

Attraverso il nostro metodo permettiamo ai nostri clienti di rendere il Business Design un processo risolutivo e indispensabile per generare idee potenti, che si traducano in progetti operativi e in risposte concrete ad ampi scenari di crisi, così come a difficoltà o sfide più circoscritte.

Oltre al Business Design "circostanziato", operativamente organizzato per la ricerca di una soluzione specifica e limitata, è utile sviluppare la condizione ottimale di un Business Design inteso come cultura aziendale: l'organizzazione si struttura nel know how, nelle relazioni e nei processi interni così come nei valori aziendali, come una realtà organizzativa "disegnata" per fornire risposte, navigare e agire il cambiamento, costruire nuovi scenari di mercato e strutturarsi per essere, rimanere o diventare il Leader del proprio settore.

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